La proclamazione dello stato di emergenza, funzionale a far cadere l’intera popolazione in preda alla fase di panico ed ansia, fa sì che questa accetti ed ingoi qualsiasi provvedimento calato dall’alto che, in altro momento e in diverso contesto, risulterebbe antipopolare suscitando malumori e contestazioni. In questo modo possono tranquillamente far passare il MES, riescono ad imporre il decreto sulle intercettazioni convertendolo in legge, nonché ad instaurare una sedicente task force contro le fake news finalizzata a limitare il diritto di pensiero ed opinione, come se non fossero già sufficienti le leggi liberticide già in vigore. Ma soprattutto riescono a porre in atto lo smembramento dell’Europa nella logica del ‘divide et impera’ da sempre supportato nei ‘think tank’ statunitensi. Molteplici sono gli accorgimenti e i provvedimenti finalizzati ad imporre una vera e propria strategia che mira alla distrazione, creando ed enfatizzando prima il problema per poi passare alla fase dell’offerta delle soluzioni (arriverà anche il momento dell’imposizione della vaccinazione di massa). Iniziano con limitazioni graduali per renderle sempre più restringenti, presentandole come soluzioni dolorose ed inevitabili. Il tutto viene facilitato attraverso l’utilizzo e lo sfruttamento dell’aspetto emotivo, preponderante rispetto all’uso dell’argomentazione; ecco spiegarsi l’utilizzo di immagini apocalittiche e annunci in stile bollettino di guerra. Le persone che sono purtroppo decedute (per o con Coronavirus…?) vengono inoltre usate in maniera strumentale dall’esecutivo e dagli organi di propaganda tutti allineati. L’importante è mantenere gli interlocutori nell’ignoranza, stimolando i cittadini a rimanere compiacenti, sospinti a stendere lenzuola alle finestre, invitati a cantare sui balconi e a realizzare idioti flash-mob ed altre manifestazioni di massa, come quando venivano “arruolati” a combattere il terrorismo coi gessetti colorati. L’importante è uniformarli, omologarli, sensibilizzarli a non accettare alcuna argomentazione che non sia quella ufficiale, a loro distribuita come una ‘verità precotta’ calata dall’alto, come un dogma indiscutibile. Agli stessi va inculcato il senso di colpa, il poter essere tutti dei potenziali untori, dei contaminatori.
Ed il gioco è fatto! Chi muove le fila conosce gli individui meglio di loro stessi, condizionando abilmente le masse sul piano psicologico ed emotivo.
Ma il vero risultato qual è?
Vengono uccisi i diritti di libertà e la dignità di tutti, imponendo un punto di vista univoco, un pensiero unico, che vieta agli individui di autodeterminarsi, ma soprattutto si abitua la popolazione ad accettare come normalità la sospensione dei propri diritti inalienabili. Esperimento riuscito?
Ma attenzione che qualche lupo è rimasto fuori dal recinto!