PERCHÉ LA GERMANIA SÌ E L’ITALIA NO?

In questi ultimi giorni in molti si chiedono come la Germania abbia potuto agilmente annunciare un sostegno di circa 550 miliardi di euro mentre Conte è partito da misure da 20/25 miliardi.
A parte le raffazzonate risposte di Calenda che come Marzullo a tarda notte si fa le domande e le risposte da solo, sorge spontaneo chiedersi se l’utilizzo di strumenti quali la KFW (Istituto di Credito per la Ricostruzione), banca pubblica tedesca, nel rispetto dell’art. 123 del TUE, che consente agli Stati membri dell’Eurozona di dotarsi di una banca statale e di usarla per finanziarsi presso la BCE; non possa essere fattibile anche per il nostro Paese.
L’Italia è membro dell’UE e può quindi avvalersi a tutti gli effetti della facoltà consentita dall’art. 123. L’Italia ha gli strumenti necessari, in primis la CDP (Cassa Depositi e Prestiti), a maggioranza controllata dal Ministero dell’Economia, quindi considerata pubblica.
Invece no, i 25 miliardi Conte li va a prendere a debito!
Allora dove sta il problema?
Fino all’ottobre scorso alla Presidenza della Banca sedeva un certo Massimo Tononi. Un nome sconosciuto ai più, ma manager navigato e di vecchio corso.
Massimo Tononi, proveniente dalla Goldman Sachs dei Prodi (di cui è stato assistente ai tempi dell’IRI) e dei Draghi, già sottosegretario al Ministero dell’Economia con deleghe alle privatizzazioni, accompagnatore di Ciampi e Draghi a bordo del Britannia nel lontano ‘92, membro del board della London Stock Exchange (la Borsa di Londra), già presidente di Borsa Italiana e di MPS (Monte dei Paschi di Siena).
Successivamente, in continuità con un operato poco affine agli interessi nazionali, ha preso il posto di Presidente tale Giovanni Gorno Tempini con passato nella JP Morgan, la multinazionale americana di servizi finanziari che adotta una dottrina precisa in temi economici.
Ai vertici di quello che potrebbe rappresentare, oggi come non mai, lo strumento per il sostegno ed il rilancio dell’intero sistema economico-produttivo nazionale troviamo questi personaggi. Viene quindi da chiederci quanto può incidere l’influenza, o dottrina, acquisita nella decisione di adottare le giuste misure.
Spesso a pensar male ci si azzecca…

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