DALLA STRATEGIA DELLA TENSIONE ALLA STRATEGIA DELL’INFEZIONE

«Si possono ingannare poche persone per molto tempo o molte persone per poco tempo. Ma non si possono ingannare molte persone per molto tempo» così si esprimeva Abraham Lincoln.
Probabilmente Lincoln non poteva immaginare che il mondo dell’informazione si evolvesse in forma così tecnologicamente avanzata tanto da lobotomizzare milioni e milioni di persone per così lungo tempo.
In Italia da decenni l’informazione viene manipolata, ma se un tempo si era limitata a menzogne e storture riguardanti un periodo storico ben preciso, è poi passata a colpire soggetti economicamente e politicamente scomodi attraverso la macchina del fango.
Esisteva però anche un giornalismo autenticamente professionale, con la schiena dritta, che creava un forte dibattito all’interno dell’opinione pubblica. Da tangentopoli in poi, il connubio tra magistratura e becero giornalismo ha sgomberato il campo da qualsiasi opinione scomoda, creando quel contesto che Bettino Craxi denunciò con l’affermazione «hanno creato un clima infame», un humus che portò recentemente al suicidio imprenditori e volti noti. Terminata tangentopoli ed attuato il ricambio della classe politica, tanto intellettualmente scarsa quanto omologata e funzionale al sistema, si è imposta, nel mondo dell’informazione, una gogna mediatica senza possibilità di replica. I due maggiori quotidiani nazionali divennero qualitativamente spazzatura, facendo scadere ulteriormente, non solo la lingua italiana, ma gran parte della categoria professionale dei giornalisti e il dibattito politico.
Con l’appiattimento delle due categorie – politica e giornalistica – si è facilitata, se non addirittura spianata la strada alle lobbies di potere per le quali oggi non c’è più il bisogno di rimanere riservate; grandi “gruppi di pressione” si riuniscono tranquillamente nei maggiori hotel delle grandi città, con il divieto di partecipazione ai non addetti ali lavori. Trovando terreno fertile e non incontrando “resistenza” alcuna, non è stato difficile insediarsi direttamente nel Governo, con l’ausilio di facciata di “professoroni” universitari formati per questo preciso scopo.
Da considerare poi che, nelle ultime elezioni, chi aveva deciso di optare per il M5S era solito ribadire che “tanto peggio di così non possono fare”, ignorando il fatto che dopo il fondo si può iniziare a scavare…e il M5S – è oramai palese – è andato in profondità oltre le peggiori aspettative.
Se un tempo esistevano dei limiti, oggi, grazie alla complicità di buona parte del popolo italiano, governano indisturbati. Abilità strategiche, previsioni, competenza sono state sostituite dal chiacchiericcio. Un pupazzo parolaio ben vestito e pettinato è sufficiente per tenere a bada milioni di italiani. L’opposizione dal canto suo, più che minacciare contrarietà in Parlamento, pur non avendo i numeri, non è in grado di dare seguito ad azioni concrete.
Le ruspe riposano nei cantieri fermi dove, grazie ai decreti, nemmeno lavorano.
Volendo estremizzare si potrebbe azzardare un parallelismo: siamo passati dagli anni della “strategia della tensione” alla “strategia dell’infezione”. Una strategia che porta il dibattito in una selva oscura. Un tema, quello dell’infezione da Covid-19, che non riguarda nemmeno la semplice medicina ma una sua particolare nicchia, ufficialmente indirizzata a senso unico. Chi, pur avendone i titoli professionali, si pone in contrasto con l’informazione mainstream, può essere paragonato ad un revisionista-negazionista. I pochi coraggiosi che sfidano il politicante corretto possono solo contare sul numero di like di un post su qualche rete sociale.
Un popolo che si è fatto atrofizzare, senza spina dorsale, incapace di fare blocco e di superare quell’individualismo che rimane ormai un cronico germe disgregativo.
La Storia italiana ci ha insegnato ciò che significa sacrificio e orgoglio per la patria, che non sono le tasse, le vessazioni fiscali o come massima espressione l’esposizione del tricolore dal balcone, ma la volontà di mettere in gioco la propria vita o tutto ciò che si può donare alla causa. In assenza di questo, il nostro destino è già segnato…

Piero Puschiavo


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