Le roboanti dichiarazioni del gran sacerdote del tempio, Mario Draghi, governatore della privatissima Banca Centrale Europea, che ha annunciato il proseguo del ‘pieno sostegno’ ai paesi in difficoltà, attraverso ‘l’acquisto incondizionato’ di titoli di Stato, ha ringalluzzito temporaneamente i mercati, gonfiato i risultati in borsa del settore bancario, consentito di macinare utili agli investitori internazionali, ma guarda caso non ci hanno informato che gli italiani saranno sempre più indebitati…altro che salvataggi…
Non ci dicono che i titoli di Stato emessi sono un debito, una cambiale che alla scadenza deve essere pagata, gravata da interessi, a favore di gran parte dei soci privati della B.C.E. e dei principali gruppi bancari internazionali, i maggiori detentori del debito pubblico italiano.
E come vengono pagate queste cambiali?
Attraverso una sempre più asfissiante pressione fiscale volta a drenare risorse dal mercato, sottratte ad imprese, lavoratori e famiglie, per destinarle ai banchieri.
E l’operato del governo Gentiloni, in continuità a Monti, Letta e Renzi, ne è palese dimostrazione.
Ai ‘camerieri’ si accodano anche gran parte dei media nazionali che hanno salutato l’amministratore delegato della privatissima B.C.E. Mario Draghi come l’uomo che ha finalmente trovato la soluzione per risolvere la crisi, quasi come se avesse scoperto la panacea di tutti i mali.
La BCE ha annunciato il proseguo del programma di acquisto di titoli di Stato delle Nazioni europee; la cosiddetta operazione QE (Quantitative Easing), senza specificare che il bello, o il male, è che i rischi di tale operazione vengono accolti solamente per il 20% dalla BCE, mentre per il restante 80% vengono scaricati sulle Banche centrali nazionali; questo significa che la copertura dei titoli acquistati sarà per l’80% a carico delle nazioni i cui titoli sono stati acquistati, scelta molto probabilmente condizionata dalla Germania che non intende accollarsi il rischio per conto di altri paesi. Per quanto riguarda l’Italia, questa mossa della BCE scarica sul Tesoro italiano, le cui casse sono sempre più vuote, il rischio di utilizzare il QE perché nelle operazioni di acquisto di Btp o di altri titoli, l’80% sarà appunto a carico della Banca d’Italia che dovrà attingere dalle proprie riserve per garantirli, andando nel caso a rastrellare risorse pubbliche.
Ma se noi dobbiamo garantirli coi nostri soldi, perché Bankitalia non compra direttamente i titoli di Stato e ci finanziamo la spesa pubblica per nostro conto, magari come fa il Giappone?
Probabilmente, al di là della questione dei Trattati, che possono comunque essere revisionati e riscritti, per la semplice ragione che attraverso questi strumenti, la Troika può continuare a mantenere sotto controllo le singole nazioni europee, tra cui il nostro paese.
Su questa strada, il futuro del nostro paese si presenta ad un bivio e purtroppo, se non ci svegliamo, non saremo noi i padroni del nostro destino.
Ma come saranno coperti da via Nazionale?
Due alternative: o con le riserve auree custodite nei forzieri di palazzo Koch (senza dimenticare che gran parte sono nei caveaux della Fed a New York) o con lo scudo del Tesoro e in questo caso vuol dire un rischio manovra aggiuntiva di qualche decina di miliardi, senza tralasciare l’ipotesi di un prelievo forzoso sui conti correnti e relativo salasso sui contribuenti e sui risparmiatori.
Di Maio, Salvini….dove siete…?
Manuel Negri
Responsabile linea politica
Progetto Nazionale