Arbitraggio scorretto…

Conosco Luca Battista, il vice presidente di Progetto Nazionale, da vent’anni;  ha sempre fatto l’Arbitro di calcio e ha sempre fatto politica.
Sono infatti due cose diverse il calcio e la politica, o almeno io ne ero convinto, come ne è sempre stato convinto Luca Battista.
Non sembra essere d’accordo con noi invece l’AIA (Associazione Italiana Arbitri), che dopo ventitré anni si è accorta che l’Arbitro Battista si occupa di politica, ma non di quella autolodantesi politica salottiera, elitaristica ed ammanicata a cui, forse, sono abituati certi ambienti, bensì una politica “politicamente scorretta” che Luca non ha mai rinnegato e nemmeno mai cercato di portare sui campi da calcio.
Non è infatti nello stile di Progetto Nazionale operare certi tipi di reclutamento.
Secondo l’AIA, l’attività politica di Battista lede l’immagine dell’associazione degli arbitri.
Ma ci sono anche altri motivi a farcire la sospensione del nostro vice presidente.
La miccia deve averla fatta scattare un post pubblicato da Luca Battista su facebook.
Il post parlava di Erich Priebke, che Luca conobbe quand’era un ragazzino.
Non era un post apologetico, anche se i “mostri sacri” della commissione disciplinare dell’AIA lo lasciano vergognosamente intendere.
La cosa più grave sarebbe l’appellativo “capitano” usato da Luca nei confronti di Priebke.
Priebke era infatti un capitano, non certo di calcio, come ci premuriamo di spiegare all’AIA e moltissimi articoli furono scritti su di lui, non sempre di condanna e per mano anche di penne non propriamente “fasciste”, come quella di Indro Montanelli che con tale grado militare a lui si riferiva in una lettera pubblica.
Luca, nel giorno del compleanno di Priebke, si limitò a ricordarlo, senza per altro fare riferimenti ideologici.
L’elemento sul quale però vorrei soffermarmi è che a Luca Battista viene criticata l’appartenenza al “Movimento Nazionale” e sul suo profilo facebook, minuziosamente esaminato, spicca la foto di una bandiera di questo movimento, foto casualmente visibile accanto ad una di Battista in divisa da arbitro.
Vorrei spiegare ai signori della disciplina arbitrale che non si tratta di “Movimento Nazionale” e che molto probabilmente, nella loro foga accusatoria, si riferivano a “Progetto Nazionale”, il movimento di cui io sono orgogliosamente il presidente.
Dunque, se, a dire della commissione disciplinare, Battista, appartenendo a Progetto Nazionale, lede l’immagine dell’AIA, per la proprietà transitiva, Progetto Nazionale lede l’immagine dell’AIA e questo né io, né i miei militanti lo possiamo accettare, ritenendolo altamente diffamatorio.
Progetto Nazionale è un movimento politico di tutto rispetto, che da anni genera amministratori seri e competenti, dei quali Battista, consigliere comunale e di amministrazione ne è un esempio come i tanti che amministrano in svariate Città all’interno di coalizioni di centro-destra.

Il tanto diffamatorio simbolo di Progetto Nazionale è apparso di frequente in schede elettorali, ottenendo la preferenza di molti elettori.
Mi chiedo quindi cosa esattamente della nostra bandiera scandalizzi così tanto l’AIA, da indurla a sospendere il nostro vice presidente per tredici mesi.
E’ diffamatorio l’atteggiamento di chi, sbandierando stereotipi per sentito dire, trae conclusioni errate e abbastanza squallide, che si ritiene poi in diritto di sbattere nero su bianco con provvedimenti disciplinari pretestuosi e imprecisi.
Se una bandiera o la partecipazione a una rassegna musicale quale è “Ritorno a Camelot”, anche questa assurdamente criticata a Battista e sulla quale non mi soffermo nemmeno a commentare, genera un’isteria incontrollabile in un’associazione dove controllo e compostezza dovrebbero essere all’ordine del giorno, mi domando quale sia stata la reazione dell’AIA di fronte alla foto ricordo del vice presidente di FIGC Renzo Ulivieri che, immortalato davanti alla Trump Tower, sbandiera un visibilissimo dito medio.
La foto non sarà certo apparsa a fianco di una divisa da arbitro e, probabilmente, al dito medio, ormai,  ci avranno anche fatto l’abitudine, certo è che basta fare due giri disimpegnati su facebook, non mirati a colpire il singolo, per accorgersi che tra i tesserati dell’AIA, la “sacralità” della divisa arbitrale non è sempre sentimento diffuso.

Di fronte a questa assurda vicenda, che lede l’immagine del nostro vice presidente Luca Battista e del movimento da me presieduto, Progetto Nazionale non intende restare a guardare o leggere ulteriori castronerie sul suo conto.
Sarà mia premura tutelare il Movimento, agendo per vie legali contro l’AIA qualora ve ne fossero gli estremi.

Ed è solo il ‘fischio d’inizio’…

 

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