Con l’inizio del nuovo anno si sprecano auguri e buoni auspici, anche se la realtà sembra non offrire alcuna speranza. Nel lungo tunnel che l’Italia sta percorrendo da anni non esiste un minimo spiraglio di luce e, per quanto lontana essa possa essere, non sarà sicuramente nel corso del 2015 che la vedremo.
Sulla scia dello sbiadito e sempre meno seguito discorso di fine anno che ha visto il Presidente Napolitano adoperarsi in una sorta di spot elettorale pro Renzi e in una difesa ad oltranza del sistema euro, la politica continua la sua corsa verso il basso, trascinandosi dietro una componente sempre maggiore di italiani, sempre più lontani dalla possibilità e dalla volontà di partecipazione. E con queste premesse non si può che peggiorare.
PIL in continuo calo, consumi in continua riduzione; dal settore produttivo a quello commerciale i numeri sono in picchiata, mentre le sole percentuali di “crescita” riguardano la disoccupazione, l’immigrazione, la pressione fiscale e i rincari.
Un quadro decisamente desolante, con un Governo non all’altezza e impreparato su tutto…tranne che sulla comunicazione, dove il grande investimento mediatico della Renzi & Co. registra risultati positivi…per lui, ma disastrosi per l’Italia! Continua a vendere fumo, ma i consensi sembrano tenere. Favole e frottole quotidiane vengono assorbite regolarmente da un elettorato, che seppure in calo, permette comunque al PD di rimanere in sella (con stampelle dell’ex centrodestra).
Il centrodestra sempre più in preda ad effetti centrifughi, insipido e ambiguo, non riesce a trovare alternative al post berlusconismo.
Sul versante destro di quello che era il centrodestra il coma è profondo, la crisi di identità forte, la capacità di ragionare ad ampio raggio scarsa, la volontà di creare un progetto politico che ambisca a governare assente. A trarre benefici da questo vuoto sembra essere il leghista Matteo Salvini, altro bel fenomeno mediatico, che gode di una crescente considerazione dagli “orfani” della variegata galassia della cosiddetta Destra.
Nulla di personale da parte mia, sia ben chiaro, ma parecchie perplessità su di un gioco politico volto, coscientemente o incoscientemente, a mantenere l’attuale status quo.
L’onnipresenza televisiva salviniana, da mamma Rai a zia Mediaset e figlie minori, desta qualche interrogativo poiché tutto questo spazio non fu dato nemmeno all’ormai dimenticato Gianfranco Fini durante i lavori di demolizione della Destra di Governo. Questa sua escalation, al di là del fatto che possa anche far piacere, potrebbe tornar utile alla sinistra: difficilmente questa Lega, pur quanto rinnovata, potrà superare il 15%, ed ancora più difficilmente potrà intercettare quel voto “moderato” fondamentale per vincere e governare. Salvini fa abilmente il proprio gioco, è normale, non è questo il problema.
Ciò che mi preoccupa è invece il comportamento dell’uomo di Destra (uso questo termine in senso lato, per semplicità di comunicazione), totalmente allo sbando, sempre più affetto dalla “Salvinimania”, sempre più incline alla delega, sempre in attesa di un “salvatore”, dell’ “uomo della provvidenza” (che nella storia arriva davvero assai di rado e che ha ben altre caratteristiche rispetto a quelle del leader leghista).
Per quanto possa essere d’accordo su alcune importanti battaglie che oggi la Lega sembra aver fatto proprie, non mi sento di riconoscere a Matteo Salvini la palma di leader di un certo mondo politico a cui appartengo.
Non è questione di invidia o di acredine nei confronti della Lega Nord, con la quale abbiamo sinergicamente collaborato in più d’una occasione e su battaglie condivise, e non da oggi (per chi ha buona memoria…); Lega che non di rado abbiamo anche sostenuto, divenendo inevitabilmente oggetto di incomprensioni, di critiche, di maldicenze o peggio, anche da parte di chi oggi con Salvini e con la Lega va a braccetto o che comunque sulla Lega ha cambiato curiosamente parere (sempre per chi ha buona memoria…).
Buona parte del mondo della cosiddetta Destra sembra aver perso la lucidità, la forza di volontà e la capacità di immaginare e scegliere alternative. Sembra che non si aspetti altro che di sentir qualcuno che dica quel che certa destra vuol sentirsi dire, nulla più. Basta questo e i social network per trovare sollievo, per avere l’impressione di vivere e di contare qualcosa politicamente.
Dal fallimento di Alleanza Nazionale sono nate solo delle brutte copie spesso volte a riesumare quel germe fallimentare che ha sprofondato l’insieme della Destra politica. Qualcuno si è pure accapigliato per il simbolo. Mah!
Un fallimento che ha sì alcuni responsabili ai vertici, ma anche tante complicità, e a tutti i livelli. Troppo comodo scaricare tutte le colpe su Fini e lavarsene la coscienza.
Noi vogliamo smarcarci dal vecchiume (non solo anagrafico) inconcludente di cui sopra, il nostro cammino prosegue con la solita determinazione, per una componente politica connotata da richiami identitari e sociali forti all’interno di un più ampio e complesso versante politico.
Abbiamo un Progetto ambizioso, abbiamo una strategia, abbiamo l’alternativa a Renzi su cui lavorare. Il tunnel da percorrere è ancora lungo, ma ora possiamo accendere i Fari per illuminarlo in questo disperato nuovo anno!